
Accettare, accogliere non giudicare. La teoria la sappiamo, la pratica risulta un po più difficile. Spesso siamo esposti al giudizio e questo ci condiziona. Ma ancor piu spesso i primi giudici siamo noi stessi. Di fronte al giudizio dell’altro come reagiamo? Ci tocca, ci ferisce, ci fa mettere in discussione? Se é così significa che siamo noi stessi i primi a dare adito a quello stesso giudizio. Posso prendere cio che l’altro mi dice rifletterci su, elaborarlo e poi tenere ciò che decido di tenere rispetto a quel giudizio. Ma se questo mi annienta, mi annulla, mi mette ko, significa che sono io il primo a mettermi in discussione, a non accettarmi. Se é così ogni cosa che mi viene detta assume un valore spropositato, anche più di quello che la persona stessa che lo dice vuole darle. Iniziamo ad accettare noi stessi, a non giudicarci, a comprenderci. Questo non significa ignorare i difetti, non volersi mettere in discussione e migliorare. Ma tutto questo lo si può fare, ancor meglio, se siamo noi i primi ad essere dalla nostra parte a spronarci, anche a darci una pacca sulla spalla e a dirci “non importa” quando commettiamo un errore. Siamo umani, tutto fuorché perfetti. Ma la perfezione, in fondo, non esiste.