Alzi la mano chi non ha,almeno una volta,fatto un paragone. Difficile. Spesso é un gesto che viene automatico…mettere a confronto,come se tra due persone una debba uscirne vincitrice. Questo é un sottile gioco,pericoloso… si perché il paragonare toglie l’unicità… se io confronto,ho già in mente un’idea di ciò che é giusto e ciò che é sbagliato, di ciò che va bene e di ciò che non va bene… ma quando si parla di persone, tutto questo non esiste. Non c”é una persona giusta e una sbagliata:ci sono semplicemente due persone, diverse ma al tempo stesso uniche nella diversità. Paragonare é una trappola in cui uno dei due esce “vincitore” e l’altro “perdente”… Ma nella vita non c’è chi vince e chi perde, ci siamo noi…con le nostre personalità,caratteristiche,pregi e difetti. E paragonare annulla tutto ciò. Mettiamoci nella condizione di osservare, più che di paragonare. Osservo chi mi circonda,nell’ottica di prendere ispirazione da ciò che mi piace e che magari vorrei far mio:un gesto,un modo di fare,una caratteristica… non metto a paragone ciò che sono io con ciò che ê l’altro,ma osservo l’altro in un ottica di integrazione e di arricchimento… E allora,buona osservazione 😉
Dott.ssa Valentina Melilli
Psicoterapeuta ad approccio strategico integrato
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