L’amore per l’altro dovrebbe fondarsi sulla sollecitudine, la responsabilità, il rispetto e la conoscenza: una conoscenza obiettiva di ciò che l’altro davvero vuole e necessita. L’amore è possibile soltanto nel rispetto della natura separata e unica di noi stessi e dell’altro; paradossalmente, è cosi che sviluppiamo la capacità di creare un senso di connessione.
L’amore esige un profondo rispetto per l’altro come individuo e si basa sull’autonomia, non su una fusione di personalità. Spesso, i nostri rapporti sfociano in uno squilibrio senza amore: pensiamo di amare, ma in realtà potremmo essere alla ricerca di un altro modo di conformarci. Diciamo “ti amo” intendendo in realtà “vedo te in me”, “ti possiederò”. Amando, cerchiamo di perdere la nostra unicità, o di rubarla all’altro. Il nostro desiderio di esistere “come una cosa sola” fa si che vogliamo vederci riflessi negli altri, il che a sua volta ci porta a imporre artificialmente i nostri tratti a qualcun altro. L’unico modo di amare è amare gratuitamente, concedendo all’altro la sua piena individualità e rispettandone le opinioni, le preferenze, le convinzioni diverse.
L’amore non si trova facendo rientrare l’uno nello stampo dell’altro, né è una questione di scoprire “l’anima gemella”. E’ invece l’unione con qualcuno o qualcosa al di fuori di sé, a condizione di mantenere la separazione e l’integrità del proprio sé.
Soltanto una persona che ha un forte senso di sé e sa rimanere salda nella propria concezione del mondo è capace di dare gratuitamente agli altri e di amare in modo autentico.
Dott.ssa Valentina Melilli
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