Nei rapporti si crea una dinamica interessante. All’inizio, nello stadio del corteggiamento, siamo attivamente impegnati: dimostriamo, parliamo, tocchiamo. Con l’andare del tempo non siamo impegnati nello stesso modo. Ci sentiamo a nostro agio nel rapporto, sappiamo che quella persona ci ama e che noi l’amiamo. E allora, come comunichiamo a essa i nostri sentimenti d’amore? Probabilmente allo stesso modo in cui vorremmo che ce li comunicasse a sua volta, secondo ciò che per noi rappresenta il “dimostrare”amore. Ma non è detto che questo sia il modo dell’altro…
Le persone si dividono in tre categorie:
- quelle visive, che prediligono la vista e le immagini,
- quelle uditive, che prediligono il senso dell’udito e l’ascolto,
- quelle cinestesiche, che prediligono le sensazioni corporee, tattili e percettive.
Pensiamo ad un marito con modalità visiva e una moglie con modalità uditiva: lui mostra a lei di amarla regalandole oggetti, mandandole fiori, ma lei un bel giorno dice “Non mi ami”. Lui si arrabbia: “Come fai a dirlo?Guarda la casa che ho acquistato, i regali che ti faccio”. E lei replica: “Si, ma mai una volta che mi dici che mi ami!”. “Ma io ti amo”, urla a questo punto il marito con un tono di voce che non corrisponde affatto alla strategia di lei, e la conseguenza è che la moglie non si sente per niente amata. Uno dei due sbaglia? No, semplicemente utilizzano modalità diverse di amare, ciò che per loro corrisponde al dimostrare amore. Ma non è detto che questa modalità corrisponda a quella del partner.
La consapevolezza è uno strumento potente. La maggior parte di noi ritiene che la nostra mappa del mondo corrisponda esattamente al mondo stesso. Ci diciamo: lo so benissimo cosa mi fa sentire amato, e questo deve poter funzionare con chiunque altro. Ma dimentichiamo che la mappa non è un tutt’uno con il territorio, che essa è solo il nostro modo di vedere il territorio.
Che cos’è che fa sentire il vostro partner totalmente amato? E cosa fa sentire voi totalmente amati? Vi siete mai fermati e confrontati su queste due domande? Non dando per scontato che l’altro sappia perfettamente cosa è giusto per voi, ma condividendolo? Provate a partire da qui, scoprirete che è molto più semplice rendere esplicito e comunicare apertamente con l’altro, evitando fraintendimenti e incomprensioni.
Dott.ssa Valentina Melilli
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